sabato 15 gennaio 2011

Genova 9 December 2010 Don Chisciotte




DON CHISCIOTTE
Nuovo Teatro Nuovo


A.Latella/Nuovo Teatro Nuovo

da M. Cervantes
drammaturgia F. Bellini
con Massimo Bellini e Stefano Laguni
disegno luci Giorgio Cervesi Ripa
realizzazione scena Clelio Alfinito
realizzazione costumi Cinzia Virguti
assistente volontaria Lucrezia Spiezio
foto di scena Brunella Giolivo
regista assistente Tommaso Tuzzoli
regia Antonio Latella


In una sala d'attesa due uomini fuori dal tempo: Don Chisciotte erotomane e istrionesco, ma anche profondo e appassionato e il suo scudiero Sancho Panza, sarcastico e razionale parlano e si ascoltano. Sono il doppio che popola la letteratura e il teatro, così simili nella loro follia e così diversi nella loro voglia di tornare alla realtà. Uno scudiero-terapeuta per un cavaliere-psicotico.
Lo spettacolo è all’insegna della schizofrenia, tutto è doppio e diviso in due: da una parte la realtà, dall’altra la finzione. Niente è taciuto, tutto viene detto in un linguaggio a tratti osceno, volgare, ma anche poetico, filosofico, alla ricerca di una comunicazione intima che renda conto del troppo dolore della vita e degli infiniti rumori, disturbi, della mente. Don Chisciotte e Sancho Panza entrano ed escono dal loro mondo inventato, su e giù per il palco in tuta e pantofole, come pazienti d’ospedale, si parlano decostruendo e ricostruendo grammatiche. Una comicità compiaciutamente triviale ma sempre segnata dai temi, saldamente uniti, della follia e dell'urgenza di amore.
«La poesia non si tocca» è l’unica regola che ripetono più volte. Niente di meglio del rifugiarsi nei libri per cercare la salvezza dal dolore dell’esistenza. Sono i libri, infatti, che irrompono nella vita del Cavaliere errante permettendogli di vagabondare nella fantasia, di combattere contro i mulini a vento. E “la drammaturgia è come la lasagna”: strati e strati di parole, farciti di imbottitura favolistica d’ogni tipo, ma che se non cotti bene, immangiabili.
Il segreto è la cottura dunque. E cosa fa cuocere a puntino la drammaturgia? «Le imprese». Le imprese da compiere sono ciò che la fa esistere e, perciò, le uniche in grado di dar vita al Cavaliere errante.
Libri per proteggersi, per rifugiarsi, per scappare e cercare.
Riuscirà in questo modo il nostro eroe a combattere il suo 'mal-di-vita'? Forse sì, accettando di diventare letteratura… anzi di più: preparandosi a diventare teatro.


Antonio Latella, attualmente direttore artistico del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli e uno dei più talentuosi registi della sua generazione. Poco più che trentenne è chiamato a dirigere uno dei corsi dell'École des Maîtres (scuola itinerante internazionale, di perfezionamento teatrale, per giovani attori di diverse culture) in precedenza affidati ai più importanti maestri del teatro internazionale come Jacques Delcuvellerie, Luca Ronconi, Jerzy Grotowski, Anatolij Vasil'ev, Jacques Vassalle, Giancarlo Cobelli, Peter Stein, Dario Fo, Eimuntas Nekrosius, Lev Dodin.
Nel 2001 è vincitore del premio speciale UBU per il progetto “Shakespeare ed oltre” e del premio Vittorio Gassman nel 2004 come miglior artista dell'anno. Nel 2006 “La cena delle ceneri” riceve il premio come miglior spettacolo dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e nel 2007 il suo Studio su Medea è spettacolo dell’anno ai Premi Ubu. I suoi spettacoli sono stati ospitati da diversi teatri e Festival internazionali.

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