martedì 26 luglio 2011

Nick Hornby parla di Whoops! Why everyone owes everyone and no one can pay, di John Lanchester

Non c’è nessuna logica dietro alla mia decisione di passare direttamente da Ball of fire alla crisi bancaria, anche se il libro di John Lanchester Whoops! ha certamente rafforzato quel senso di struggente malinconia che ti prende quando devi dire addio a Lucy e Desi e all’epoca d’oro della televisione. Oggi abbiamo ben altro di cui preoccuparci che non la fine delle sitcom di un tempo, quelle sane e ruspanti che univano un paese. E abbiamo scoperto che sono finite anche tutte le altre “epoche d’oro”. Una delle considerazioni di Lanchester è che “le democrazie occidentali liberali sono le migliori società mai esistite. I cittadini di queste società sono, complessivamente, le persone più fortunate mai vissute”. Farò dei confronti con la Corea del Nord un po’ più avanti, ma se considerate che uno degli indicatori di povertà negli Stati Uniti e in Gran Bretagna è l’obesità, capirete che Lanchester non ha tutti i torti: non ci sono obesi in Corea del Nord.

Oggi, però, i cittadini statunitensi e inglesi hanno dei conti da pagare. Un autorevole commentatore ha quantificato i costi del salvataggio economico degli Stati Uniti appena sopra i quattro trilioni e mezzo di dollari: una cifra che “supera quelle spese per il piano Marshall, l’acquisto della Louisiana, gli allunaggi del programma Apollo, la crisi delle savings and loans negli anni ottanta, la guerra di Corea, il new deal, l’invasione dell’Iraq, la guerra del Vietnam e i voli spaziali della Nasa messe insieme. Ripeto: messe insieme (e sì, le vecchie cifre sono maggiorate in base all’inflazione)”. Se stavate pensando di bussare alla porta di un ente pubblico per chiedere un aiuto per quella videoinstallazione artistica, io aspetterei qualche settimana. Qui in Gran Bretagna, il governo ha in programma tagli senza precedenti e quasi certamente impraticabili: il 25 per cento delle spese per i servizi pubblici. Dobbiamo trovare qualcosa come quaranta miliardi di sterline all’anno solo per pagare gli interessi dei nostri debiti.

Whoops! è pieno di numeri. Molti fanno paura, ma alcuni sono divertenti, se avete un senso dell’umorismo che tende all’apocalittico. In un bel capitolo intitolato The mistake, sul catastrofico fallimento dei modelli di rischio matematici usati da banchieri ed economisti, Lanchester spiega ai lettori – be’, per lo meno a me – il concetto di “sigma”, una misura di probabilità. “Un ‘evento 3-sigma’ è qualcosa che in teoria accade solo lo 0,3 per cento delle volte possibili, cioè circa ogni tremila volte che misuriamo qualcosa”. Secondo i modelli matematici, il lunedì nero del 1987 è stato un evento 10-sigma, cioè non si sarebbe dovuto verificare neppure in un altro miliardo di vite dell’universo. Eppure è successo. Nel corso della crisi attuale, il direttore finanziario di Goldman Sachs ha annunciato di aver assistito al ripetersi di eventi 25-sigma “per diversi giorni di seguito”. Lanchester cerca di darci un’idea dei numeri di cui parla, ma sostanzialmente è impossibile: “20-sigma è dieci volte il numero delle particelle presenti nell’universo conosciuto. 25-sigma è più o meno lo stesso, ma con la virgola dei decimali spostata a destra di 52 posti”.

Anche se di particelle nell’universo ce ne fossero solo tre – non sono un fisico, ma tre mi sembrano poche – un numero del genere resta comunque impossibile da inquadrare, e quei manager hanno visto accadere eventi di un’improbabilità così improbabilmente alta ogni santo giorno, per una settimana. Forse resterebbero sconvolti anche se il Brasile vincesse il prossimo campionato mondiale di calcio, perché non l’ha vinto ieri o l’altro ieri, né nessuno dei 4.500 giorni dopo la sua ultima vittoria nel 2002 (per quelli di voi che non seguono il calcio, il Brasile è una squadra molto forte. Ha sempre un’ottima probabilità di vincere i campionati mondiali. Ma i mondiali si giocano solo ogni quattro anni, quindi… Ok, lasciamo perdere).

Nel frattempo, dietro a tutti quei numeri, ai credit default swap e alle cartolarizzazioni c’era un sacco di gente che era stata convinta ad accendere mutui che non poteva permettersi, pagandoli più cari di chi aveva una buona storia creditizia e un lavoro. Una cosa che non avevo mai realizzato è che per Wall street e per la City i mutui subprime e i bond spazzatura sono cose buone – o almeno lo erano – quindi non è che gente senza scrupoli nascondesse beni scadenti sotto prodotti più allettanti. I beni scadenti erano ambiti: più alto è il rischio, più alto è il guadagno. Bello. E i banchieri pensavano di aver sistemato le cose in modo che questo rischio non comportasse svantaggi, per nessuno. Per le banche, la cartolarizzazione con i suoi annessi e connessi era una vera e propria alchimia.

Una delle ragioni per cui Whoops! è andato bene in Gran Bretagna è che John Lanchester è uno di noi. Non è un giornalista di economia: è uno scrittore e un critico, di solito non si occupa di queste cose. Però è figlio di un banchiere, e s’interessa e si preoccupa quanto è necessario. Questo mese ho anche visto il documentario di Charles Ferguson Inside job. Tra tutti e due, Lanchester e Ferguson hanno realizzato l’impossibile: mi hanno fatto sentire non proprio competente, ma almeno in grado di intravedere da qualche parte all’orizzonte un tenue barlume di comprensione. Non conosco tutti voi personalmente, ma scommetto che ne sapete di più sui decabristi e su Jennifer Egan che non sulle formule della campana di Gauss. Giusto? Se ho indovinato, allora questo è il libro che fa per voi.

domenica 24 luglio 2011

Normandie

Cose da fare in Normandia
1. Seguire Proust

Planning Paris

All the times I'm going to Paris I need to plan to see something new
Here the list:

1. I giardini verticali di Patrick Blanc al museo di Jean Nouvel (Musée du quai Branly)
2. ...