domenica 12 giugno 2011

Abbado prove Teatro Farnese 12 giugno 2011








Prove di Abbado al Farnese

Mozart: Sinfonia n.35 in re maggiore k385 'Haffner'
Mozart: Concerto per oboe e orchestra in do maggiore k314
Mozart: Concerto n.5 per violino e orchestra in la maggiore k219
Beethoven: Sinfonia n. 6 'Pastorale' in fa maggiore op.68

Bello il fondale acustico scenografato realizzato appositamente dal Teatro Regio di Parma per questo evento. Scenario che ritrarrà la veduta di Parma dal greto dell'omonimo torrente dell'incisore Martial Desbois (1630-1700), tratto da una scena ideata da Ferdinando Galli Bibiena per uno degli spettacoli realizzati proprio al Teatro Farnese

Kubrick fotografo a Reggio Emilia










Stanley Kubrick rappresenta ormai anche per chi non si appassiona in modo particolare alla settima arte e magari non saprebbe citare un solo titolo tra i suoi film il regista cinematografico per antonomasia, anche se non è diventato un aggettivo come accaduto ad altri suoi illustri colleghi tipo Federico Fellini o Alfred Hitchcock, indubbiamente il suo nome evoca nell’immaginario collettivo la figura dell’Autore di Cinema con la lettera maiuscola.
Non tutti sanno però che alle origini del mito la carriera del grande regista newyorkese è iniziata come fotografo professionista per la rivista americana Look. Fin da bambino Kubrick ha dimostrato un’intelligenza superiore alla media che non si voleva sprecare per cose che non attiravano il suo interesse, un suo amico e compagno di scuola ha raccontato che Stanley gli chiedeva il permesso di poter copiare i suoi compiti per non dover “perdere tempo” a svolgere direttamente qualcosa a cui non riusciva ad appassionarsi. Sostenuto dalla madre che l’ha sempre incoraggiato dicendogli che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa nella vita e ereditando la passione del padre per la fotografia, in casa era stata allestita anche una camera oscura, il giovane Stanley Kubrick ha iniziato presto a maneggiare la macchina fotografica assecondando passione e inclinazioni naturali.

Quando improvvisamente il 12 Aprile 1945 morì il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, amato e considerato unanimemente una guida spirituale oltre che un leader politico per le sue riforme economiche che risollevarono gli Stati Uniti dal crollo di Wall Street del 1929 e che passarono alla storia col nome di New Deal, il giovane Kubrick scattò una foto entrata nella storia americana perché capace d’incarnare e dare forma al sentimento diffuso di lutto collettivo che colse la maggior parte dei cittadini americani. La famosa immagine ritraeva un edicolante nel suo chiosco dei giornali con lo sguardo basso e un’espressione di profondo dolore accanto alle locandine che annunciavano la scomparsa del presidente. Immediatamente la rivista Look acquistò l’immagine per la pubblicazione, avvenuta il 26 Giugno 1945 e procurò al giovane fotografo il suo primo contratto di collaborazione, trasformando di fatto un ragazzo dilettante in un fotografo professionista. Il giovane Stanley Kubrick aveva solo 16 anni.

Oggi, per la prima volta in assoluto il settore cultura del Comune di Milano insieme a Giunti Arte Mostre Musei in collaborazione con la Library of Congress di Washington e il Museum of the City of New York allestiscono una mostra intitolata Stanley Kubrick Fotografo, curata da Rainer Crone, che attraverso 300 scatti, alcuni del tutto inediti e ristampati per l’occasione dai negativi originali, ripercorre il periodo d’attività professionale del Kubrick fotografo inviato di Look nel quinquennio che va dal 1945 al 1950.

Il metodo con cui Look costruiva le sue pagine consisteva in un racconto a puntate che comportava un vero e proprio pedinamento da parte dell’inviato al seguito del soggetto del servizio, perciò il fotografo doveva vivere ogni momento della giornata con le persone che era incaricato di ritrarre, intessere relazioni personali con loro e Kubrick, che usava prevalentemente la luce naturale agendo su apertura del diaframma e tempi d’esposizione, adottava piccoli stratagemmi come nascondere nelle maniche della giacca il cavo della macchina fotografica, per cogliere il soggetto impreparato allo scatto e catturarne la maggior naturalezza possibile.

In questa ricca galleria d’immagini realizzate dal giovanissimo Kubrick sono già presenti gli elementi estetici e compositivi dell’immagine che saranno caratteristiche nelle opere cinematografiche della maturità del cineasta, autore di capolavori assoluti come Orizzonti di gloria, Barry Lyndon, 2001 Odissea nello spazio, Arancia Meccanica, Shining fino all’ultimo controverso, perché da alcuni ritenuto non completamente suo, Eyes wide shut.

L’esposizione allestita a Milano al Palazzo della Ragione che sarà inaugurata Venerdì 16 Aprile e resterà aperta fino a Domenica 4 Luglio 2010, rappresenta una grande occasione per scoprire attraverso il periodo meno noto dell’avventura artistica ed espressiva del grande regista scomparso, l’opportunità di ritrovare non solo un’America post bellica entrata a far parte del mito ma anche la potenza espressiva di un uomo così giovane eppure già in grado d’indagare col suo lavoro l’essenza della natura umana e le contraddizioni della realtà.

Il percorso espositivo della mostra è stato diviso in due parti, la prima è a sua volta suddivisa in sette sezioni tematiche intitolate: Icone, Portogallo, Crimini, Betsy Furstenberg, lustrascarpe, Columbia University e Campus Mooseheart. La seconda parte raccoglie argomenti rappresentativi della breve carriera da fotografo professionista di Stanley Kubrick, come le immagini del giovane Montgomery Clift scattate nel suo appartamento o la serie di scatti dedicati al pugile Rocky Graziano raccontato nei momenti pubblici ma anche in quelli privati.

Fu proprio nell’ambiente della boxe newyorkese che Kubrick incontrò il giovane pugile Walter Cartier protagonista del suo primo cortometraggio, autoprodotto con l’aiuto economico di parenti e amici, Day of the fight (Il giorno del combattimento) che rappresenta l’esordio nel mondo del cinema e che segnò l’inizio del disinteresse del giovane Stanley per il mezzo fotografico ampiamente esplorato e la spinta ad abbandonare Look e la professione di fotografo per affrontare nuove sfide visive sul grande schermo.

mercoledì 1 giugno 2011